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Coltellate d'affetto

by Felix Lalù

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Mr Le Wooz
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Mr Le Wooz lera gratis da scaregar ma ho paga ben lo stess!!! so cosa e importante. Favorite track: PULP ALPESTRE (La canzone in cui me nono Marino incontra Satana).
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1.
I gruppi americani Girano l'Europa coi loro furgoni Vengono a fare i tour E ci rubano le consumazioni I profughi libanesi Muniti di chip sottocutaneo Cadono dai barconi E c'inquinano il Mediterraneo Gli zingari questuanti Fermi ai bordi delle strade Ci fregano le monetine Per le slot machine Hey tu Tu che sei diverso Perché non sei uguale a me? Che male c'è, dico io, a far solo come dico io? Che male c'è? I cani dei punkabbestia Sganciano doni dai nostri droni E mandano i loro padroni A cagare nelle stazioni I barboni infagottati Ci rubano il calore dei nostri marmi Nelle ciotole tintinnano i nostri risparmi I figli degli immigrati Scesi da poco dal banano Discutono i dottorati E ci rubano l'italiano Hey tu Tu che sei diverso Perché non sei uguale a me? Che male c'è, dico io, a far solo ed esclusivamente come dico io? Che male c'è? Tagliati i capelli Trovati un lavoro Impara l'italiano Resta dove sei Guarda dove vai Zitto anche se sai E se non ti sta bene Hai sempre un rene a cui non mancherai C'è sempre un rene a cui non mancherai mai Hai sempre un rene C'è sempre un rene
2.
Tutti vogliono sembrare meglio Ma è meglio essere come te T utti vogliono sembrare meglio Ed è peggio essere come te Tutti quanti vogliono i denti bianchi Per sembrare meglio Quando sono stanchi Tutti quanti vogliono sembrare belli Somigliare ai fotomodelli Sprizzando stelle dai capelli Tutti quanti vogliono sembrare giovani Ingrandire le poppe minuscole Rimpicciolire le rughe maiuscole Tutti quanti vogliono volar lontano Ti fanno ciao col dito medio E vaffanculo colla mano Tutti vogliono sembrare meglio Ma è meglio essere come te Tutti vogliono sembrare meglio Ed è peggio essere come te Invece a me non interessa sembrare meglio Faccio schifo tutto il giorno, con grande orgoglio Mi mangio le unghie, anche quelle dei piedi Catalogo le caccole mentre non mi vedi Coltivo le mie occhiaie e la mia panza e soprattutto Arrivo a dire mezzo padre nostro con un rutto Se fossi uno sbirro sarei quello che spaccia Se fossi un vegano sarei quello che va a caccia Se fossi uno sportivo sarei quello che fuma Se fossi un beone sarei quello che beve spuma Tutti vogliono sembrare meglio Ma è meglio essere come te Tutti vogliono sembrare meglio Ed è peggio essere come te Va bene il lavoro Ma è meglio cazzeggiare meglio Va bene la guerra Ma è meglio torturare meglio Va bene la terra Ma è meglio coltivare meglio Va bene essere meglio ma è meglio quando sbaglio Tutti vogliono sembrare meglio Ma è meglio essere come te Tutti vogliono sembrare meglio Ed è peggio essere come te
3.
Il bambino di Taiwan Sta seduto tutto il giorno Sta seduto tutti i giorni Aspettando l'uragan No, non siede sul sofà E non guarda la televisione Il bambino di Taiwan sta a cuccia e cuce il mio pallone Cuce il mio pallone Trama le mie maglie Ammira le mia braghe il bambino di Taiwan Stringa le mie scarpe Zippa le mie giacche Ingrassa le mie tasche il bambino di Taiwan Cuce cuce cuce non si spegne mai la luce Non si sente mai la voce del bambino di Taiwan Cuci cuci cuci colle tue dita efficaci Quanti puffi ci produci bel bambino di Taiwan La mia protesta c'è già Sepolta in qualche like di Facebook Contro lo sfruttamento minorile Scendo a comprarmi le Nike Devo tornare a fare jogging Bevo e ingrasso più di quanto pippo e dimagrisco Poi compro l'aria del Burundi E adotto un paio di negretti E organizzo un tombolone Nella sala della mia circoscrizione Faccio fare il flyer ad Abdul che sta in prigione Poi lo twitto su Twitter Lo tumblo su Tumblr E lo spammo finché Google me lo googla Poi lo attacco giù alla Coop Nel reparto dell'Iphone Il commesso me lo copre con un poster di Steve Jobs Che mi dice “stay foolish” Mi dice “stay hungry” Ma non hungry come i bimbi del Burundi Mentre il bambino di Taiwan taglia e cuce dalla sera alla mattina Alla faccia di mia nonna che rammenda i mie calzini Dorme in venti in mezzo al radon In cantina dalla mia vicina Mentre al parco Torna in auge l'eroina
4.
Cosa darei Per una mezza frizzante Che mi faccia sentire rampante Cosa darei Chilometri e chilometri di persone In cerca del bel niente E folle di seni e di teli mare Senza un tatuaggio decente Lunedì al sole Martedì al sole Mercoledì forse piove Giovedì al sole Venerdì al sole Sabato al rave In riva al mare C'è l'mdma Si diffonde nell'alveare Più ne mette chi più ne ha Spiaggiato accanto a me c'è un tipo di un quintale Che si divora il giornale Ciabatte trasparenti, righe di sudore Bestemmie invadenti Lunedì al sole Martedì al sole Giovedì lo passano alla tele Venerdì al sole Sabato forse piove Se si parte prima si risparmia in frizione Entro in mare Solo per fare un po' di pipì Mi ricordo che la bevevo Nella pancia che mi concepì L'estate sta finendo La topa se ne va Lo sai che non mi va Non mi va Non può mancare il ritornello Che ti si piazza nel cervello Arriva l'estate Evviva l'estate
5.
Lei lavora con gli occhi (veramente?) Fa la lingua agli specchi (veramente?) Lei mantiene i contatti (veramente?) È la stella degli autoscatti Si dice che le belle donne non vengono mai sole Questa viene col cantautore E la canzone scritta per lei Per due settimane l'anno Ha tre anni più di me Parte il film e prende sonno Ma poi fa la galla ai rave È milanese, non trattiene le sorprese E ha serie difficoltà con la differenziata Non differenzia i Rancid dai Pantera Ed è cintura nera di valige a tarda sera Le fanno tanta tenerezza i vecchi mentre io preferisco gli zombi e i morti Non sa cosa sia la pietà per i piccioni E non tifa mai per i più forti Forse le piace ancora Vasco Cosa dura da digerire Ma in compenso le piace il bosco Dove andiamo a far l'amore E' il mio amore mio E si chiama Francesca È sempre dentro la mia festa Io vedo solo lei E' il mio amore mio E si chiama Francesca La sua prugna sa di pesca Io bevo solo lei
6.
No comprar pan Compra dinamita Vedrai che grande festa si farà Quando tireremo su un discreto quarantotto In questa merda di città No comprar pan Compra dinamita Anche il vecchio nell'ospizio ci festeggerà Mostrerà il culo al dottore e alle infermiere Col catetere in mano e nell'altra un bicchiere No comprar pan Compra dinamita La moglie del sindaco che faccia farà Quando al posto del suo colliere di corallo Troverà sul cuscino la testa di un cavallo No comprar pan Compra dinamita Anche Miss Italia se ne accorgerà Quando abbandonata in balia del televoto Sarà sfregiata coll'azoto No comprar pan Compra dinamita Anche il grande capo si camufferà Ma non importa perché sarà legato picchiato pugnalato frustato impalato linciato fustigato torturato malamente Poi spezzato strozzato e sparato e bruciato Poi truccato come un pagliaccio E sparso tra la gente No comprar pan Compra dinamita Vedrai che grande festa si farà E' qui la festa? Sì Lo squillano le radio Lo gridano i vessilli e le bandane E' qui la festa? Sì, forse Siamo tutti in pista, ma abbiam finito il pane E' qui la festa? Noooo Qui la festa è finita da un po' Ora cresci la tua cocorita Vesti fieramente la tshirta con scritto Dinamita Mangia un po' di erba Rumina il tuo muesli Vivi a cresta bassa Che tanto Quando muori ti porto i fiori Poi porto fuori la tua ragazza Se le va bene l'appendo in piazza No comprar pan Compra dinamita
7.
Gino scrive le canzoni che procurano emozioni p oche meno meno male più chitarre in rima al mare Gino è per le donne meno suore Gino è per la magna lagna Se bagna la mutanda della sua ragazza Lei ne va pazza lo spinge in branda Poi lo smazza alle sue amiche Ma solo quelle fiche Sogna di bruciare i senzatetto E ha tanti sogni eretici Con cui riempie i fazzoletti nel cassetto Sogna le concorrenti Spaccando denti Ballando lenti Gridando al mondo che Il sole non è così cool Il cuore non è così cool L'amore non è così cool Invece le tette, loro sì che sono cool, baby Ingordo di altri sguardi Gino si sacrifica per l’arte Fa scorte di acqua santa e di millanta euri Si fuma tutte le mie bollicine e non contento Fa concorrenza ai dinosauri Poi si chiede: È nato prima l'uomo o la gallina? Ha più potere Dio o mia madre che cucina giù in cucina? È nato prima il vomito o al dieta? È nato prima il metal o la mancanza di vagina? Gino vuole giustamente l'odio tra le genti Suona la campana delle stelle della musica con le tette cadenti Gino vi cancella a tutti quanti Vi cancella a tutti quanti Prima ai poeti fragili e poi ai cantanti E non vi manda solo a zappare Vi dà la vanga laddove vi dà più dolore Non chiede mai per favore La vanga violenta del cantautore Non ci piace il sole Non ci piace l'amore Ma ci piace Gino Paoli che si spara nel cuore Poi non ci piace il fatto che non muore Ma ci piace il cuoricino del buon Gino che fa bum bum C'ho il cuoricino che fa bum bum Come il cuoricino del buon Gino che fa bum bum
8.
Nel Nordest c'è più sabbia che in Libano ormai Nel Nordest C'è più rabbia, più nebbia, più bamba che in tutta Shanghai X'è un mercato Ho lavorato così tanto Per lavorare così tanto Nel Nordest
9.
Quando le ho chiesto la mano Ero fatto come un caimano Quando le ho dato l'anello Non ci stavo con il cervello Il problema è che la soluzione è anche il problema Il problema è che il problema è anche la soluzione Vado in disco Metto il disco Regredisco Il matrimonio è così: Una banana nello scappamento di una macchina che sgasa Il matrimonio è così: Io ti do un bacio e tu mi porti via la casa Ho sprecato un bidet Quella sera ho sprecato un bidet E sprecare un bidet È la cosa peggiore che c'è Vado in disco Metto il disco Regredisco Il problema è che il problema è anche la soluzione
10.
11.
12.
Chesta l'è na storia vera, tuti i sa come che la'è scomenzada, ma n'zun sa come che l'è nada per dal bon. El dì de Feragost su a Flaon me nonno Marino Chet l'è a ciasa, me nona la seita a darge da dir. La ge dis che l'è en blodec, che ‘l ge lagia le mudande onte sota ‘l let, che 'l ge porta locia fin su n'la cosina. Chel Marino l'è strac come n'asen, ma pur de no sentirla el zapa su 'l Same e 'l pasa for en ciampagna al Dos del Luc. Fora 'l zièl l'è neger come en spoz, l'ha zust parà fuer en plover, ma 'l poros taciar a puever amò prest. Entant, el toneza. Me nono Marino l'ariva en ciampagna can che TATAAAM, ven zo 'n sflantùzem. Me nono el vet na nugola ‘n fum e 'l dis: che ciavada! Ha zapà fuec en golden. Ma g'è vergot che se mou en la nugola: ven fuer n'om, tut spozà, brut come l'an de la fam. con en forcon de leign en man. Ci ses po ti?, fa chel Marino Me cognoses no, Marino? Son la Mort Embriagia, Porco Digos! No sta blestemar sul me ve no, orpo non! Se sa ben che blestemi, Marino, l'è el Diàol che me manda... O mostro, ge fa me nono. Sì, Marino, la sas ben ca storia col bis e 'l pom. Al diaol ge plas i pomi: el m'ha domanda de portarge la Val de Non par marenda. E che centrite mi po'? Ge fa me nono Ti Marino ses en sant. Es bon come el pan, as laorà tua la vita ala Ignis, e po ancia 'n ciampagna, e te le ses sentude davanti e didré. E ogni bot che che as fat l'è sta laorar amò de pu. Se non ses en sant ti? Zust al vers alora, dage na man a sto por om, valà, che g’è en mucel de rami da ‘mpontar. Tasi zo, ti vecel! El me capo l'è ndiaolà e ades cogni coparte co sto tricorno ci e po plantarlo 'n tera per consegnar la val al Diaol. Me nono l'è ciavà. El già 'n forcon a doi dedi dala panza e no'l sa che far. Ma gen ven en ment una e 'l fa: Varda la poiana, su n'tel ziel! El dugo el varda su e me nono el ge mola en peadon n'tei seseri. El ge ciava el forcon e 'l fa per s-ciampar. Ma me nono l'è vecel e l'osteoporosi l'è piezi de Satana. Con ca peada el s'è spacà na giamba. Ma 'l pensa: Vara che sti ani con na giamba spacada pasaven fora tut el dì 'n ciampagna e vara che nare. Sichè el sauta sul Same, co la giamba spacada el sghiza la frizion, el met carta direta, el pasa vía de bala vers ciasa, enfugià come en bis, con chel auter che el spanteza didrè con na man sule bale. A ciasa el fa zust en temp a zapar el segot e 'zontar via 'n dent al forcon. Chel auter el vet el tricorno spacà, el se met le man 'n ti ciavei, ge veign en colp e 'l se smigola en te na poza de locia. Ariva me nona la gi crida Marino, che el po tut sto gazer? Varda chel che as fat? Ge locia per tut le s-ciale! Me nono el grigna, el pasa fora con na giamba a strozion e prima che ca Lina la se n'ascorzia che 'l gia la giamba spacada, l'emplanta zo 'l forcon sota 'l ram de’n pomar e 'll dis: Vardela ci, ca ponta che me serviva. TRADUZIONE IN ITALIANO Questa è una storia vera. Tutti sanno com’è cominciata, ma nessuno sa com’è andata veramente. Il giorno di Ferragosto mio nonno Marino Chet è a casa, mentre mia nonna continua ad assillarlo. Gli dice che è un lurido, che lascia sotto il letto le mutande sporche, che porta fango in casa, finanche in cucina. Marino è stanco morto, ma pur di non sentirla inforca il Same e parte verso i campi sul Doss de Luc’. Fuori il cielo è plumbeo, ha appena smesso di piovere, ma potrebbe ricominciare presto. Intanto, tuona. Mio nonno Marino arriva nel campo quando... TATAAAM, scende un fulmine. Mio nonno vede una nuvola di fumo e fa: Disdetta! Un melo golden ha preso fuoco! Ma c’è qualcosa che si muove nella nuvola: ne esce un uomo, infangato, bruttissimo, con un forcone di legno in mano. Chi sei? Chiede Marino. Non mi riconosci, Marino? Sono la Morte Ubriaca, diavolo d’un cane! Non azzardarti a bestemmiare sulla mia proprietà, perdiana! Bestemmio quanto voglio, Marino! È il Diavolo che mi manda... Perbacco! Replica mio nonno. Sì, Marino, la conosci la storia del serpente e della mela. Al Diavolo piacciono le mele: mi ha chiesto di portargli la Val di Non per merenda. E cosa c’entro io? Chiede mio nonno. Tu, Marino, sei un santo. Sei un pezzo di pane, hai lavorato tutta la vita alla Ignis, oltre a coltivare i campi, e sei stato criticato da più parti, e ogni volta quel che hai fatto è stato lavorare di più. Se non sei un santo tu... Ottimo, allora, dai una mano a questo povero vecchio. Devo mettere dei bastoni per sostenere i rami. Zitto, vecchio! Il mio capo è indiavolato, e adesso devo ucciderti con questo tricorno e poi piantarlo a terra per consegnare la Valle al Diavolo. Mio nonno è messo all’angolo.. Ha un forcone a due dita dalla pancia e non sa cosa fare. Ma all’improvviso esclama: Guarda una poiana, su in cielo! Lo stolto guarda su, e mio nonno gli sferra un calcio nelle biglie. Gli sfila il forcone dalle mani e fa per scappare. Ma mio nonno è vecchio, e l’osteoporosi è peggio di Satana. Con quel calcio s’è rotto una gamba. Ma pensa: Una volta con una gamba rotta si usciva comunque nei campi, e ci si dava da fare. Quindi salta sul Same, con la gamba rotta pigia la frizione, ingrana la quarta direttamente e sgomma schizzando verso casa, mentre l’altro lo rincorre ansimando con una mano sul pube. Giunto a casa fa giusto in tempo a tagliare un corno del forcone. L’altro vede il tricorno rotto, si mette le mani nei capelli, gli viene un colpo e si sbriciola in una pozzanghera di fango. Arriva mia nonna e lo sgrida: Marino, cos’è questo casino? Guarda cosa hai combinato! Le scale sono piene di fango. Mio nonno ridacchia, esce di casa claudicante e prima che Lina si accorga che ha una gamba rotta, pianta il forcone sotto il ramo di un melo e dice: Eccolo, il sostegno che mi serviva.

credits

released March 15, 2016

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Felix Lalù Trento, Italy

Felix Lalù nasce e cresce in mezzo ai veleni delle mele della Val Di Non. Scende dalle montagne e a impararvi delle canzoni che vi ritroverete e a canticchiare il giorno dopo mentre fate le peggio cose. Un discreto cantastorie di storie deviate, una via di mezzo tra Paolo Conte e Metal Carter.
È disponibile per battesimi e feste di compleanno, ma solo se non tenete granché ai vostri figli.
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